In questi ultimi giorni siamo tutti in fibrillazione per quello che è stato definito dalla nostra Polizia Postale un “Attacco hacker mondiale“, e in effetti non si tratta di una esagerazione (a parte l’uso improprio della parola “hacker” che sarebbe meglio sostituire con “cyber criminali”).
Migliaia di organizzazioni di ogni genere sono rimaste vittime del ransomware battezzato “WannaCry“. On line esistono centinai di ottimi articoli su quanto è successo a partire da venerdì 12 maggio, e non starò qui a ripetere cose già spiegate da altri. Esiste pure una voce su Wikipedia, WannaCry ransomware attack, che offre una panoramica dell’evento.
Quello che ha fatto maggior notizia, però, è che l’attacco ha colpito una quarantina di ospedali del Regno Unito, con conseguente blocco dei servizi e dirottamento delle ambulanze verso nosocomi risparmiati dal ransomware. Il quotidiano on line The Telegraph riporta un diario della giornata che a leggerlo mette impressione.
Tutto ciò ricorda molto da vicino quanto ho scritto in “CCS#1 – Panico in corsia“, il primo racconto della serie “Cyber Crime Stories“, pubblicato alcuni mesi fa. Cito soltanto la recensione su Amazon di Carlo, che ben coglie il punto:
Guarda tu il caso.
Ho letto questo libro mercoledì scorso al mare e venerdì pomeriggio e’ accaduto esattamente quello che ci sta scritto ma in scala mondiale.
O l’autore e’ un veggente o il Ransomware wannacry lo ha scritto lui 😉
Dovrebbe essere letto da tutti in modo particolare da chi pensa che la sicurezza informatica sia un optional.
"O l'autore è un veggente o #WannaCry lo ha scritto lui ;-)"
Son soddisfazioni… https://t.co/SrLyJ5s1o2#RansomwareAttack pic.twitter.com/cf7PCQzQKY— Mark Ellero (@markellero) May 16, 2017
Non mi considero un veggente, naturalmente, ho solo raccontato la realtà. Che purtroppo supera ogni più fervida fantasia.
Per chi fosse interessato, rimando alla pagina della serie “Cyber Crime Stories“.