Il 9 maggio a Chicago l’AT&T, la principale compagnia americana di servizi di telecomunicazione, ha lanciato una grande esercitazione per simulare una catastrofe che mettesse fuori uso le comunicazioni telefoniche e Internet di una grande città. E gli americani, che su certe cose non scherzano, hanno dispiegato uomini e mezzi in grande stile.
Ma di che effetti stiamo parlando? Beh, immaginatevi un disastro che rendesse inutilizzabile l’infrastruttura di comunicazione di una grande città come Milano o Roma. Non stiamo parlando di un guasto a qualche centrale telefonica periferica, magari per un temporale o un allagamento, ma di una vera e propria catastrofe causata da un terremoto, un’alluvione, una tempesta, un attentato terroristico o un incidente aereo che mettesse fuori uso quello che gli americani dell’AT&T definiscono un Central Office.
Central Office è puro gergo telco e non indica una sede amministrativa, ma un grosso edificio, di solito senza finestre, stipato fino all’inverosimile di apparati elettronici di telecomunicazione, attraverso il quale transitano migliaia di cavi in rame e in fibra ottica. Se volete farvi un’idea, ecco come si presenta il Central Office AT&T di Chicago, un orribile grattacielo di 27 piani risalente al 1971 che se crollasse cancellerebbe le comunicazioni telefoniche e Internet della metropoli americana. Sì, perché al giorno d’oggi telefonia e Internet viaggiano esattamente attraverso gli stessi apparati e gli stessi cavi. Lo sapevate, vero?
Ebbene, l’AT&T, simulando la distruzione di un Central Office, ha fatto intervenire il Network Disaster Recovery (NDR) Team che ha allestito un centro comunicazioni di emergenza in grado di erogare fino a 15 Terabit al secondo di traffico (una cosa enorme) utilizzando una vera e propria flotta di camion rimorchio in grado di alloggiare apparati elettronici finalizzati a rimettere in piedi le telecomunicazioni di un’intera città, sia i collegamenti in rame che quelli in fibra ottica, sia le telefonate che Internet. Il tutto alimentato in autonomia da batterie e generatori elettrici di grande potenza.
I rimorchi dell’NDR sono sparsi per gli Stati Uniti (ma ce n’è qualcuno anche in Europa) e sono costantemente tenuti accesi e funzionanti (oltre che aggiornati dal punto di vista tecnologico) in modo da essere sempre pronti nel caso scattasse l’emergenza e poter arrivare via camion o via aereo sul luogo del disastro nel minor tempo possibile.
Gli americani fanno le cose sul serio. E ci spendono un sacco di soldi. L’NDR dell’AT&T ha investito ben 600 milioni di dollari (!) in apparati di rete e attrezzature, dispone di quasi 100 semirimorchi attrezzati, e 15 veicoli per comunicazioni satellitari, oltre a più di 100 persone continuamente addestrate. E non parliamo di sola teoria. Quelli di AT&T “vantano” un curriculum di tutto rispetto, con interventi che spaziano dall’attentato dell’11 settembre all’uragano Katrina a New Orleans, dal terremoto in Chile fino al recente uragano Sandy a New York.
E dire che in Italia, in quanto a disastri, avremmo di che preoccuparci…
Approfondimenti
GigaOM
16/05/2014 – When the network gets fried: A photographic look inside AT&T’s disaster recovery operations
ABC7 Chicago
09/05/2014 – Disaster drill staged at Soldier Field
Il mio tweet per l’occasione
Americani @ATT simulano disastro digitale. In Italia ancora aspettiamo banda larga. http://t.co/1pz3XT91QG cc @AlfonsoFuggetta
— Mark Ellero (@netcrash_it) May 19, 2014